Titolo: Il rapporto mente-cervello nel paradigma della complessità
Tipo di pubblicazione: articolo
Anno di pubblicazione: 2021
Autore: Marco Pitteri
Rivista: IUSVEducation #17
Pagine: 58-65
Data di pubblicazione: marzo 2021
Editore: IUSVE – Istituto Universitario Salesiano
ISSN: 2283-642X
Come citare: Pitteri, M. (2021). Il rapporto mente-cervello nel paradigma della complessità. IUSVEducation, 17, 58-65. https://www.iusveducation.it/il-rapporto-mente-cervello-nel-paradigma-della-complessita/
Parole chiave: mente, cervello, neuroscienze, complessità, riduzionismo
Paper PDF: IUSVEducation_17_Pitteri_MENTE_CERVELLO.pdf
Abstract:
La questione del rapporto tra mente e cervello è centrale nell’analisi del comportamento umano. Sebbene l’obiettivo finale dell’indagine neuroscientifica sia quello di acquisire una comprensione del cervello e di come il suo funzionamento si relaziona alla mente, la maggior parte degli sforzi attuali si concentra, in gran parte, su specifiche domande, utilizzando dati sempre più dettagliati, in ottica riduzionista. Tuttavia, ci si domanda se sia possibile affrontare con successo questa questione in un’ottica più ampia in cui i risultati degli studi neuroscientifici fossero integrati ad approcci complementari che tengano conto della complessità dell’oggetto d’indagine. Il raggiungimento di ulteriori progressi concettuali nel campo delle neuroscienze cognitive dipenderà in modo cruciale da discussioni su più ampia scala riguardanti le proprietà della mente e gli strumenti attualmente disponibili per lo studio del funzionamento cerebrale, in un nuovo paradigma in cui si accetti la sintesi nella sua accezione più nobile e in cui si inseriscano le nuove conoscenze in termini contestuali più o meni ampi, senza perdere la complessità dell’oggetto d’indagine a favore del riduzionismo e dell’iperspecializzazione.
The mind-brain relationship in the paradigm of complexity
Keywords: mind, brain, neuroscience, complexity, reductionism
Abstract:
The question of the relationship between mind and brain is central to the analysis of human behavior. Even though the ultimate goal of the neuroscientific investigation is to gain an understanding of the brain and how its functioning relates to the mind, most of the interest on his topic focused largely on specific questions, using detailed data, from a reductionist perspective. However, the question arises whether it is possible to successfully address this question in a broader perspective in which the results of neuroscientific studies were integrated with complementary approaches that take into account the complexity of the object of investigation. Achieving further conceptual advances in the field of cognitive neuroscience will crucially depend on larger-scale discussions regarding the properties of the mind and the tools currently available for studying brain functioning, in a new paradigm in which synthesis is accepted in its positive meaning and in which new knowledge is introduced in broad contextual terms, without losing the complexity of the object of investigation in favor of reductionism and hyper-specialization approaches.