Educar-si: un impegno “evasivo”

«Se elimini la Diversità [l’Altro], otterrai un’unità silenziosa», affermava Plotino (1997: V, 4.38-39, 720)1 e con questo intendeva aprire un percorso destinato ad erodere la patina trasparente che ricopre ogni rappresentazione mondana, sopraffatta e sedotta dall’ingombrante presenza dallo sguardo reificante di ogni egoità. Una presenza che ripone nel proprio intimo ogni principio, eleggendo se stessa quale origine, che attrae e incorpora all’insegna dell’uguale qualsiasi alterità che le si colloca di fronte, predestinandone l’essenza. Non importa che sia materia o spirito, individuo od opera. In quanto predestinazione reca il segno della mimesi; diviene proiezione. In realtà non vive altrimenti che in foggia di differente iridescenza, rifrazione della medesima fonte luminosa, quella dell’Io. Nella civiltà dei tecno-poteri. L’essere umano, (forse, “troppo umano”, con Nietzsche – veggente scrutatore della modernità en- tro la quale evince i segni genealogici di quella trasparenza, minacciosa fonte di un ritorno dell’Uguale) trova la sua glorificazione nell’attuale società della trasparenza e del digitale, come osserva Byung-Chul Han (2014).

Titolo: Educar-si: un impegno “evasivo”
Tipo di pubblicazione: articolo
Anno di pubblicazione: 2023
Autore: Lino Rossi
Rivista: IUSVEducation #22
Pagine: 127-145
Data di pubblicazione: ottobre 2023
Editore: IUSVE – Istituto Universitario Salesiano
ISSN: 2283-642X

Come citare: Rossi, L. (2023). Educar-si: un impegno “evasivo”. IUSVEducation, 22, 127-145. https://www.iusveducation.it/educar-si-un-impegno-evasivo/

Parole chiave: incontro, evasione, educazione, scarto

Paper PDF: IUSVEducation_22_Rossi_EDUCAR-SI_IMPEGNO_EVASIVO.pdf

Abstract:

L’incontro con l’altro richiede una posizione di ascolto che prescinde da ogni tentativo di assimilazione a sé. Il richiamo della voce o dello sguardo infatti attiva un’apertura totale da cui si genera uno scarto in grado di rendere vivo e produttivo ciò che diverge da noi. Occorre quindi evadere dal sé al fine di valorizzare al massimo la presenza dell’altro come entità autonoma, facendosi carico di essa come in un atto di cura. In questo consiste il valore dell’azione educativa in quanto strumento di promozione e di amore. Il lavoro procede attraverso un confronto fra posizioni ricavate dall’analisi di alcuni autori della cultura filosofica e pedagogica contemporanea di fede ebraica (Martin Buber ed Emmanuel Lévinas) e cristiana (Ivan Illich). L’obiettivo consiste in un tentativo di ricercare all’interno della relazione educativa il fondamento etico dell’essere per l’altro nello spirito indicato dall’Enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco.

Educating oneself: an elusive commitment

Keywords: encounter, evasion, education, difference

Abstract:

The encounter with the other requires a listening position that ignores any attempt at assimilation into oneself. The call of the voice or of the gaze in fact activates a total opening from which a gap is generated capable of making that which diverges from us alive and productive. It is therefore necessary to escape from the self in order to make the most of the presence of the other as an autonomous entity, taking charge of it as in an act of care. This is where the value of educational action lies as an instrument of promotion and love. The work proceeds through a comparison between positions derived from the analysis of some authors of contemporary philosophical and pedagogical culture of Jewish faith (Martin Buber and Emmanuel Lévinas) and Christian faith (Ivan Illich). The objective consists in an attempt to seek within the educational relationship the ethical foundation of being for the other in the spirit indicated by Pope Francis’ Encyclical Fratelli tutti.