IUSVEducation #24
Ottobre 2024
Questo numero di Iusveducation si presenta con un profilo particolare: la prima parte è dedicata al tema del lutto, secondo l’articolazione che viene declinata da Giovanna Borsetto; la seconda parte apre al futuro, proponendo tre contributi che riflettono sulle prospettive futurologiche e le loro implicazioni tecnologiche, oltre alla discussione del libro Ecologia Digitale Spiritualità di Fabio Pasqualetti, condotta da Ugo Sartorio
e da Niccolò Cappelletti, oltre che dallo stesso autore.
Le due sezioni sono solo apparentemente lontane. Infatti, da un lato, come emerge dallo scenario che segue e dai contributi raccolti e curati da Giovanna Borsetto, vengono richiamate le angosce ancestrali dell’essere umano, associate sempre alla medesima domanda: a che scopo passiamo da questo mondo? Dall’altro, si prospettano futuri non privi di incognite, che sollevano interrogativi non dissimili da quella domanda fondamentale. È il caso dei contributi di Roberto Poli, Lavorare con il futuro?!?, di Roberto Magnani, Intelligenza artificiale. Dominati o dominanti?, e di Lorenzo Desideri, La robotica sociale: dalla ricerca alle applicazioni in ambito psicoeducativo.
Gli articoli che proponiamo ci aiuteranno a tenere insieme i due lati, provocando l’inquietudine che dà a pensare, sottraendoci all’illusione che i metodi, da soli, senza contenuti, possano essere la soluzione dei problemi, e sollecitando l’attenzione: un tornare interiormente a noi stessi, un «raccoglimento», un recuperare «le nostre forze dalla dispersione all’unità […] imparare a riposare in noi stessi senza brame»
(Guardini 20235: 61).
A seguire l’Editoriale si articola a due voci: l’una traccia il perimetro antropologico del tema del lutto; l’altra presenta sinteticamente i diversi contributi, individuandovi il filo conduttore.
IUSVEducation Supplemento al numero #23
Luglio 2024
Il numero 23 (2024) di Iusveducation si arricchisce di un Supplemento dedicato al Workplace Learning, un tema di grande interesse in un tempo di profonde trasformazioni. Crocevia di questioni relative alla relazione fra apprendimento, lavoro e formazione, il Workplace Learning sollecita l’attivazione di un lavoro scientifico che non può che essere interdisciplinare, con il coinvolgimento di discipline di natura non solo pedagogica, ma anche sociologica, economica, antropologica, psicologica. Proprio questa connotazione è una delle ragioni per cui i componenti della redazione di Iusveducation hanno accettato convinti la proposta delle curatrici Mariachiara Pacquola e Chiara Biasin: essa, infatti, è perfettamente in linea con l’identità della rivista, dichiaratamente “interdisciplinare” fin nella sua denominazione. La seconda ragione che ha portato alla pubblicazione di questo supplemento è il carattere educativo del tema, anch’esso coerente con la nostra mission: l’apprendimento informale sul luogo di lavoro, connotato da processi, dinamiche, attori, saperi, modalità, condizioni profondamente diverse da quelli della formazione formale sul luogo di lavoro, riguarda il modo e le condizioni con cui le persone, mentre lavorano, apprendono su di sé, sull’attività, sulle relazioni, sugli artefatti prodotti e sul lavoro stesso. Ne deriva una terza ragione che dà conto della nostra scelta: si tratta della generale valenza antropologica dell’argomento, alla luce della quale il lavoro e l’attività professionale non sono più soltanto strumenti e fini della vita umana, ma rivestono un valore formativo intrinseco, da considerare nella sua specificità.
IUSVEducation #23
Aprile 2024
Il 57° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese (2023) delinea un profilo degli italiani caratterizzato da sonnambulismo ed emotivismo. Come chiarisce nel suo articolo Lorenzo Biagi, il sonnambulo è una persona apparentemente vigile, che in realtà non è consapevole di ciò che sta vivendo né, tanto meno, del futuro che lo attende, preannunciato nel presente da presagi e avvertimenti quasi sempre minacciosi. La mancanza di consapevolezza si traduce nell’assenza di decisioni e iniziative e, in ultima istanza, di razionalità critica e saggia, come insegna la tradizione etica teleologica che trova la giusta mediazione fra principi generali e condizioni particolari. A richiedere una razionalità nel pieno delle sue funzioni, teoriche e pratiche, sono la profonda e radicale transizione demografica del nostro paese, segnata da una preoccupante denatalità; gli annosi problemi strutturali che affliggono la società, dei conflitti, delle fragilità, delle disuguaglianze; la politica, del tutto priva di visione; l’economia, sospesa fra globalizzazione e tentazioni sovraniste; la paure provocate da guerre inattese; la perdita di energie e competenze che afferiscono al cosiddetto “capitale umano” giovanile.
Al sonnambulismo della ragione si accompagna, necessariamente, l’ipertrofia delle emozioni, che offuscano, deformano, rimuovono i veri problemi del Paese: per il Censis,
nell’ipertrofia emotiva in cui la società italiana si è inabissata, le argomentazioni ragionevoli possono essere capovolte da continue scosse emozionali. Così trovano terreno fertile paure amplificate, fughe millenaristiche, spasmi apocalittici, l’improbabile e il verosimile (infra: 41).
Due terzi degli italiani reagisce ai problemi disegnando scenari apocalittici dai quali vengono risucchiati: dal timore della “sostituzione etnica” a quello del collasso finanziario dello Stato, passando attraverso la paura di non potersi curare a causa delle precarie condizioni in cui versa il sistema sanitario pubblico. Va da sé che questo emotivismo si scarica sui social nelle forme di un rancore rabbioso e incontenibile, oppure in quelle dei vari negazionismi, l’apoteosi della rinuncia alla conoscenza scientifica e alla forza stringente dell’argomentazione razionale.
IUSVEducation #22
Ottobre 2023
Fin dal n. 17 del 2021 “Iusveducation” si è data il compito di dedicare almeno metà di ogni numero a promuovere la riflessione sull’ecologia integrale a partire dalla Laudato si’ di papa Francesco, accompagnando il progetto Iusve “Ecologia integrale e nuovi stili di vita”. Ora quel progetto è diventato un “paradigma”, in analogia con il significato e il compito che ad esso attribuisce l’epistemologo Thomas Kuhn: risolvere alcuni problemi ritenuti urgenti dalla comunità e porsi come modello alla luce del quale articolare fenomeni e teorie da esso forniti (cfr. Kuhn 1978). A suo fondamento sta l’originaria identità paradigmatica del Cristianesimo che, restando fedele alla fonte prima, «sempre si ripensa e si riesprime nel dialogo con le nuove situazioni storiche, lasciando sbocciare così la sua perenne novità» (Laudato si’:121; LS). In ciò il Cristianesimo è il grande paradigma alternativo a quello dominante, per quanto tacitato dalla secolarizzazione, eppure sopravvissuto nel sottosuolo della società e della cultura contemporanee(cfr. Habermas 2002, 2005, 2015; Taylor 2009),
«come la nebbia che filtra sotto una porta chiusa» (LS: 112). Esso va rivitalizzato perché sia di nuovo capace di alimentare lo stile di vita degli uomini e una tradizione sapienziale che, nella sua distorsione, contribuì non poco alle origini del paradigma tecnocratico impostosi in età moderna (cfr. Marchetto 2021).
Per rilanciare la visione della Laudato si’, il 4 ottobre scorso Papa Francesco ha pubblicato l’Esortazione Apostolica Laudate Deum. A tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica (LD). Nel 2015 il Papa scriveva:
Quando ci interroghiamo circa il mondo che vogliamo lasciare ci riferiamo soprattutto al suo orientamento generale, al suo senso, ai suoi valori. Se non pulsa in esse questa domanda di fondo, non credo che le nostre preoccupazioni ecologiche possano ottenere effetti importanti (LS: 160).
Oggi riprende quella impostazione:
Nella propria coscienza, e di fronte ai figli che pagheranno per i danni delle loro azioni, si pone la domanda di senso: qual è il senso della mia vita, qual è il senso del mio passaggio su questa terra, qual è in definitiva il senso del mio lavoro e del mio impegno? (LD: 33).
IUSVEducation #21
Aprile 2023
Alla fine del capitolo quarto della Laudato si’, chiedendosi che tipo di mondo vogliamo trasmettere ai posteri, Papa Francesco afferma che «non si può porre la questione in maniera parziale» (LS, 160). Superare la parzialità significa scegliere la cifra della “integralità”: affidarsi a un’epistemologia della complessità, secondo il principio, più volte ripetuto nell’Enciclica, del «tutto è connesso» (LS, 11, 141), e a categorie che «ci collegano con l’essenza dell’umano» (LS, 11). In questo modo quella che è un’indicazione epistemologia viene associata a una visione antropologica: «Non ci sarà una nuova relazione con la natura senza un essere umano nuovo. Non c’è ecologia senza un’adeguata antropologia» (LS, 118). Il che implica interrogarsi sull’«orientamento generale», sul «senso» e sui «valori» del mondo che vogliamo lasciare (LS, 160). L’orizzonte della riflessione si amplia perciò oltre la parzialità del nostro essere qui e ora, contingente ed effimero, confinato al presente, per aprire l’esistenza a tre «relazioni fondamentali strettamente connesse: la relazione con Dio, quella con il prossimo e quella con la terra», relazioni interrotte «dentro di noi» a causa della nostra pretesa di sostituirci a Dio, «rifiutando di riconoscerci come creature limitate» (LS, 66). Ristabilirle significa ricondurre l’essere umano entro i termini dell’umile coscienza della propria relatività rispetto a quelle trascendenze, e assumere su di sé la responsabilità di curare e custodire le rispettive relazioni. In quest’ottica sono assolutamente funzionali all’ecologia “integrale” le riflessioni di Adrano Fabris sulla responsabilità del nostro agire connaturato al nostro essere relazionale, di Carlo Galli sulla necessità della “responsabilità” politica dinanzi alla vita nelle sue svariate forme, di Maurizio Chiodi sulla responsabilità a salvaguardare l’universalità dell’umano nella concretezza particolare del vissuto. È questo l’orizzonte di impegno nel quale collocare i contributi del numero 21 di IUSVEducation, accomunati dall’attenzione alla cura di quanto c’è di generativo nell’umano che è in noi.
IUSVEducation #20
Ottobre 2022
La comunità non si fonda su una appartenenza che sottintende proprietà, ma su un dono-da-dare, che prevede esattamente l’opposto, ossia lo svuotamento della proprietà e il riconoscimento del proprio difetto rispetto all’obbligo da assolvere. Nella comunità metto in gioco ciò che mi manca, ciò che non sono, in quanto essere mancante: non sono ciò che l’obbligo del dare esige. Il mio difetto è la differenza che mi distingue dall’altro: questa, non la somiglianza fra i suoi membri, fonda la comunità. Cosicché la comunità è attraversata da una profondissima istanza etica, dato che l’obbligo del dono è, insieme, un debito e un imperativo morale. Se poi la comunità in questione si allarga a comprendere la madre Terra oltre alla specie umana, il dono-da-dare diventa ancora più impegnativo e il debito ancora più pesante, perché contratto nei confronti della condizione stessa della mia vita. Bene lo mette in evidenza l’epidemiologo dell’Imperial College di Londra, Paolo Vineis, indicando tre debiti della specie umana: quello ambientale, quello economico, ossia degli Stati, che è anche un debito sociale, e quello «più sottile e inesplorato legato alle nuove tecnologie della comunicazione e al connesso impatto cognitivo». In particolare il dono-da-dare nel contesto ambientale si convertirebbe in «una interazione benefica tra i benefici per la salute e i benefici per l’ambiente di diversi interventi di riforma». Il che non significa ridurlo all’intervento della tecnologia, che deve invece essere guidato da scelte politiche e valoriali, alla luce di una visione complessa e sistemica, «non secondo quella logica dei silos che caratterizza spesso la ricerca scientifica e la tecnologia». Allora il dono-da-dare diventa rigenerativo delle risorse a disposizione di tutti, soprattutto a favore delle future generazioni.
IUSVEducation #19
Aprile 2022
Questo numero presenta due ampie sezioni di contenuti. La prima è dedicata alle tematiche riconducibili al progetto Iusve “Ecologia integrale e nuovi stili di vita”; la seconda, a questioni tipiche della psicologia. L’“ecologia integrale” non è mero ambientalismo, ma esige una seria riflessione antropologica che si traduca in una conversione dell’umano: formare l’umano per tras-formarlo, in tutti gli ambiti della vita. In questo contesto, oltre agli articoli sui crimini ambientali, sulla relazione fra ecologia e media e sul docu-film Il sale della terra, vanno letti i contributi di Mauro Mantovani e di Michelangelo Bovero: l’uno, sul metodo per trasformare l’umano nelle modalità della conoscenza; l’altro, sulla prospettiva di una politica che riconquisti il primato rispetto all’economia e alle sue derive in-umane. La seconda sezione di questo numero affronta temi attuali: la resilienza di fronte al sentimento della “paura” provocata dalla pandemia, la violenza domestica perinatale, la personalità altamente sensibile. Chiude il numero una nutrita rubrica di recensioni e segnalazioni di libri.
IUSVEducation #18
Giugno 2021
All’interno del numero di giugno 2021 di IUSVEeducation sono state inserite le sintesi delle discussioni e gli abstract dei contributi, del convegno “Land’s End: per la cura della casa comune”, tenutosi allo IUSVE il 21-22 aprile 2021, del quale nelle pagine della rivista si presentano le relazioni di Michele Candotti (Lo stato del pianeta) e di Adriano Fabris (Per un’ecologia degli ambienti digitali), e gli esiti sintetici del dibattito svoltosi a seguito degli interventi dei relatori. Insieme alla sintesi delle discussioni si troveranno anche gli abstract dei loro contributi, destinati ad essere pubblicati altrove per intero, sempre a cura dello IUSVE.
IUSVEducation #17
Marzo 2021
Il 2021 della rivista IUSVEducation si apre con un numero speciale, che si aggiunge ai due consueti, in uscita a giugno e dicembre. È il segno del rinnovamento di tutto lo IUSVE, che nell’anno accademico corrente si presenta con nuovi Statuti e con un nuovo progetto culturale, la cui espressione più evidente è nell’articolazione triennale dal titolo “Ecologia integrale e nuovi stili di vita”. IUSVEducation ne sarà parte integrante, dando voce alla riflessione e alle iniziative in cui il progetto si declina, in continuità con lo spirito che l’ha animata negli anni precedenti e con una rinnovata spinta vitale.
IUSVEducation #16
Dicembre 2020
Questo numero è dedicato ai diversi contributi realizzati dai docenti dei Dipartimenti dello IUSVE.
IUSVEducation #15
Giugno 2020
Questo numero è dedicato ai diversi contributi realizzati dai docenti dei Dipartimenti dello IUSVE.
IUSVEducation #14
Febbraio 2020
In questo nuovo numero ricco di contributi, possiamo trovare l’interessante articolo di: Alicia Sianes Bautista Universidad Internacional de La Rioja, Madrid.
IUSVEducation #13
Luglio 2019
In questo nuovo numero ricco di contributi, possiamo trovare due interessanti articoli di: Mario Oscar Llanos dell’Università Pontificia Salesiana di Roma e Federico Tonioni dell’Università Cattolica di Milano.
IUSVEducation #12
Dicembre 2018
In questo nuovo numero sono contenuti vari articoli di approfondimento e gli atti del Convegno annuale di studio 2018 che si è tenuto il 24 aprile 2018 dal titolo: Giovani, nuova economia e lavoro.
IUSVEducation #11
Giugno 2018
In questo nuovo numero gli autori riflettono in modo interdisciplinare, fornendo risposte e interrogativi che si propongono come forze orientanti nella complessità. Per la prima volta è presente la sezione Reportage, che contiene testimonianze di incontri e situazioni vissuti in viaggio.
IUSVEducation #10
Dicembre 2017
È uscito il 10° numero della rivista IUSVEducation. Il numero contiene gli atti del Convegno annuale di studio 2017 che si è tenuto il 01 aprile 2017 dal titolo: Giovani e identità: Costruzione del sé e nuove relazioni.
Il convegno ha visto la partecipazione di trecento persone durante i lavori della mattinata e la presenza di circa un centinaio di studenti nei gruppi di studio del pomeriggio. Nonostante l’affluenza degli studenti ai suddetti seminari non sia stata così massiccia, tuttavia i risultati emersi e soprattutto l’atmosfera che si è creata durate la presentazione e la discussione dei vari temi proposti nei gruppi è stata importante: una sorta di autoformazione pervasiva. L’interazione tra docenti e studenti è stata assolutamente positiva, sulla scia del messaggio salesiano: infatti c’è stato l’apporto degli studenti verbalisti e alcuni di essi hanno collaborato con i docenti coordinatori dei gruppi nella stesura delle relazioni.
IUSVEducation #09
Luglio 2017
Questo numero è dedicato ai diversi contributi realizzati dai docenti dei Dipartimenti dello IUSVE.
IUSVEducation #08
Dicembre 2016
Questo numero è dedicato ai diversi contributi realizzati dai docenti dei Dipartimenti dello IUSVE.
IUSVEducation #07
Luglio 2016
Questo numero è dedicato ai diversi contributi realizzati dai docenti dei Dipartimenti dello IUSVE.
IUSVEducation #06
Dicembre 2015
Atti del Convegno annuale di studio: Educazione ai diritti umani e alla giustizia nella società “liquida”
IUSVEducation #05
Luglio 2015
Questo numero è dedicato ai diversi contributi realizzati dai docenti dei Dipartimenti dello IUSVE.
IUSVEducation #04
Dicembre 2014
Questo numero è dedicato ai diversi contributi realizzati dai docenti dei Dipartimenti dello IUSVE.
IUSVEducation #03
Luglio 2014
Atti del Convegno annuale di studio: Abitare il futuro. Nuove prospettive per uno sviluppo equo e sostenibile.
IUSVEducation #02
Dicembre 2013
Questo numero è dedicato ai diversi contributi realizzati dai docenti dei Dipartimenti dello IUSVE.
IUSVEducation #01
Luglio 2013
Atti del Convegno annuale di studio: Mai senza rete? Scenari e prospettive della digital literacy.