Titolo: Editoriale
Tipo di pubblicazione: articolo
Anno di pubblicazione: 2024
Autore: Michele Marchetto
Rivista: IUSVEducation Supplemento al n. #24
Pagina: 4
Data di pubblicazione: novembre 2024
Editore: IUSVE – Istituto Universitario Salesiano
ISSN: 2283-642X
Come citare: Marchetto, M. (2024). Editoriale. IUSVEducation, Supplemento al n. 24, 4. https://www.iusveducation.it/editoriale-supplemento-al-n-24/
Paper PDF: IUSVEducation_24_Supplemento_Marchetto_EDITORIALE.pdf
Editoriale
Niente di umano mi è estraneo
(P.A. Terenzio)
Nella logica del dialogo interdisciplinare che è nella natura di Iusveducation, questo special issue, intitolato Migro, presenta una ricerca dal carattere composito: antropologico-culturale, etno-psicologico, sociologico, statistico, estetico. A queste caratteristiche corrispondono le discipline raccolte intorno al tema dei migranti, dei quali vengono indagate le esperienze del viaggio e dell’eventuale inserimento nel mondo “nuovo” cui approdano dopo drammatiche vicissitudini.
Il tema del viaggio costituisce il trait d’union dei diversi contributi, rappresentato dalla forza espressiva delle opere dell’artista Daniele Pinni. Distribuite lungo tutto questo numero, fra un articolo e l’altro, sono da “osservare” quali sono: opere d’arte che attestano la presenza dolorosa e sofferta di un’assenza, di chi nell’opera non si vede, ma si sente, col cuore e nell’anima. L’assenza, che è inaggirabile presenza, delle persone dei migranti, sopraffatti dagli elementi naturali e da quelli dis-umani: il mare in tempesta, il cielo minaccioso, il ruggire dei venti, la violenza delle onde, l’acqua che inghiotte, buia e gelata, stupri, percosse, privazioni, ferite nel corpo e nell’anima. L’energia perturbante della rappresentazione evoca le violenze subite prima di salpare e le difficoltà di un destino incerto per chi riesce a sopravvivere.
L’antropologia culturale, l’etno-psicologia, la sociologia, con l’ausilio della registrazione qualitativa e quantitativa dell’oggetto dell’indagine, danno corpo a ciò che lo sguardo estetico apre all’immaginazione: l’umano che riconosco nell’altro che mi si para dinanzi, ma che prima di tutto io stesso sono. Come a dire che «l’estraneo comincia in noi stessi e non fuori di noi», «un’estraneità intrapersonale» (Waldenfels 2008: 139-142), a svuotare l’io dell’auto-referenzialità individualistica ed ego-centrata, posto com’è, per sua natura, di fronte all’altro che egli stesso è a se stesso. Non potrà allora ignorare lo straniero, l’estraneo che incontra all’esterno, proprio perché vive l’esperienza dell’alterità fin dall’inizio della sua condizione umana, dentro di sé. Come respingerlo se anch’io sono estraneo a me stesso?
Bibliografia
Waldenfels, B. (2008). Fenomenologia dell’estraneo. Raffaello Cortina.