Titolo: Il sapere che ‘fa la differenza’
Tipo di pubblicazione: articolo
Anno di pubblicazione: 2016
Autore: Federico Battaglini
Rivista: IUSVEducation #08
Pagine: 126-143
Data di pubblicazione: dicembre 2016
Editore: IUSVE – Istituto Universitario Salesiano
ISSN: 2283-642X
Come citare: Battaglini, F. (2016). Il sapere che ‘fa la differenza’. IUSVEducation, 8, 126-143. https://www.iusveducation.it/il-sapere-che-fa-la-differenza/
Parole chiave: esperienza, differenziazione, conoscenza, simbolo, religione
Paper PDF: IUSVEducation_08_Battaglini_SAPERE_FA_DIFFERENZA.pdf
Abstract:
L’esercizio della ragione suppone la facoltà di discriminare, dividere in parti discrete, in oggetti, ciò che in origine fa tutt’uno con l’irrappresentabile totalità. Per la mente razionale, l’incontro con il mondo metafisico, non dualistico, rappresenta un’esperienza di horror vacui. Ogni qualvolta il pensiero incontra il vuoto – il non significabile – esso agisce circoscrivendo l’ultima superficie attingibile e avvolgendola in una fitta trama di segni di valenza spiccatamente simbolica. La realtà dualistica appare come un’area di differenziazione circoscritta, ai limiti della quale il pensiero razionale esaurisce la propria efficacia e cede il passo alla funzione simbolica, la quale rappresenta, per così dire, una sorta di ‘soglia’ per la conoscenza, una cornice all’interno della quale possono esistere ‘cose’ alle quali è assegnato un nome, un significato, un ordine. Quello religioso, impegnato all’orizzonte della conoscenza, è sempre dunque un pensiero saturato da una dominante simbolica ed è l’elemento che garantisce la coerenza esperienziale dell’esistere, preservandone l’integrità.
Keywords: experience, differentiation, knowledge, symbol, religion
Abstract:
The exercise of reason supposes the right to discriminate, dividing into fair parts, into objects, what originally is one with the un-representable entirety. To the rational mind, the meeting with the metaphysical world, not dualist, is an experience of horror vacui. Whenever the thought meets the void – the meaningless – it acts circumscribing the last attainable surface and wrapping it in a thick web of signs of distinctly symbolic value. The dualistic reality appears as an area of circumscribed differentiation, in which limits the rational thought exhausts its effectiveness and gives way to the symbolic function, which represents, if you will, a sort of ‘doorway’ to the knowledge, a frame where there may be ‘things’ to which is assigned a name and a meaning, an order. The religious one, committed the horizon of knowledge it is always been a thought saturated by a symbolic dominant and is the element that guarantee consistency experiential to existence itself, preserving its integrity.